icona editoriale L’altra mattina ho aperto gli occhi, come sempre era molto tardi, poi con tutta calma ho dato una sistemata al mio viso reduce da una notte tormentata, infine sono sceso al bar per il solito caffè.

Il gestore continuava a sacramentare su questa Inter, della sua stagione piena di bassi e vuota di alti, io annuivo con la testa, pensando alla mia squadra del cuore, terzultima in classifica e senza società, fino a quando un grosso titolo in prima pagina ha rapito la mia debole attenzione.

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icona editoriale “Appartiene al tuo sorriso l’ansia dell’uomo che muore, al suo sguardo confuso chiede un po’ d’attenzione, alle sue labbra di rosso corallo un ingenuo abbandono, vuol sentire sul petto il suo respiro affannoso: è un uomo che muore”.

Il 9 maggio del 1978 veniva barbaramente assassinato in quel di Cinisi Peppino Impastato, giornalista antimafia e attivista politico. (altro…)

icona editoriale Lavoro che non hai pagato in altra valuta è il salario, non sei certo tempo sprecato ma troppo fiscale è l’orario, devo darti ragione e brindo alla tua nobiltà, è che ti han ridotto a prigione contro la tua volontà, il lavoro mobilita l’uomo è questa la verità.

I quotidiani locali così come quelli nazionali si sono trasformati in una raccolta di eventi tragici dovuti a incidenti lavorativi, trasformatisi ormai in una spaventosa routine.

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icona editoriale “Viva l’Italia, l’Italia liberata, l’Italia del valzer, l’Italia del caffè. L’Italia derubata e colpita al cuore, viva l’Italia, l’Italia che non muore”.

Venerdì 21 marzo 2014, Treviso.

Piazza dei Signori è gremita di persone che colorano l’aria con grandi bandiere giallo rosse, Gianluca Busato, imprenditore con un passato in Lega Nord urla alla folla i risultati del referendum sulla secessione.

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icona editoriale Il Buon Samaritano sta affilando la sua pietà, se ne andrà al Carnevale stasera, in via della Povertà.

Busto Arsizio. O meglio dire Borsano, una delle frazioni più popolose della città coi suoi seimila e rotti abitanti, anni fa comune autonomo, ora terra verde ma allo stesso tempo culla di un termovalorizzatore capace di creare paura e proteste, perché è davvero difficile capire cosa si respiri da queste parti, anche durante una lunga passeggiata nel Parco Alto Milanese.

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